Scheda n. 1370

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1710-1740

Titolo

3.a cantata a voce sola / del / Sig. Alessandro Scarlatti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1710-1740]

Descrizione fisica

1 partitura (12 c.) ; 205x270 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’intitolazione a c. 21r; num. delle carte moderna (21-32); c. 32v vuota

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bini 1995: p. 345
Hanley 1963: n. 565, pp. 400-401

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Più non si puote amar di quel ch'io v'ami
%C-1$bB@c 8''D6'BB8''CD4C-/8bE6CC8DE4D8-D/
2.1: (aria, do minore, 3/4)
S, Sol misura del mio amore
3.1: (recitativo, c)
S, Son si care le pene dolci i martiri
4.1: Allegrissimo(aria, sol minore, c)
S, Quando il ciel coi rai cocenti
5.1: (recitativo, c)
S, Dunque luci beate
6.1: Allegro(aria, si♭ maggiore, c)
S, Mille cor se avessi in petto
7.1: (recitativo-arioso, c)
S, Deh luci care e liete

Trascrizione del testo poetico

Più non si puote amar di quel ch’io v’ami;
Già sento entro il mio core
Un infinito ardore,
E tanto in seno abbonda,
Che per secreta via
Scende nell’anima mia e la circonda.
Onde potenze e sensi
Provano ardori immensi,
Ma l’ardor mio vorace
Tanto consola e piace
Ch d’arder più fia,
Che sol cerchi, e brami
Più non si puote amar di quel ch’io v’ami.

Sol misura del mio amore
E’ la bellezza del mio ben
E perché d’ogni altra bella
Siete quella sola voi più bella tanto,
Ceda il pregio, ceda il vanto
Ogni amante all’amor di questo sen.

Son si care le pene, dolci i martiri,
Che a mirar voi, a voi seguire io sento
Che mille gioie altrui dell’alma mia
Non vagliano tormento.

Quando il ciel coi rai cocenti
Vien la terra a riscaldar
Quanto è caro il venticello
Quanto è caro, quanto è bello
Quanto è dolce il respirar.
Quando ai vostr’occhi lucenti
Sento il core in sen bruciar
Qual m’apporta interna pace
Quanto giova, quanto piace
Quanto è dolce il sospirar.

Dunque luci beate
Vibrate pur vibrate
Verso l’acceso sen novelli ardori
Ch’io per più amar
Vorrei nel sen più Cori.

Mille cor se avessi in petto
A voi caro amato oggetto
Gli vorrei tutti donar
E se un sol per voi d’amore
Non provasse il dolce ardore
Lo vorrei tosto scacciar.

Deh luci care e liete
Stringete pur stringete
Quest’alma mia con nuovi aspri legami
Più non si puote amar di quel ch’io v’ami.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rama - Roma - Bibliomediateca Accademia Nazionale Santa Cecilia
fondo Mario
collocazione A.Ms.3711.3

Scheda a cura di Simone Ciolfi
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