Scheda n. 1015

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1710-1740

Titolo

Per un vago desire

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)
possessore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)

Pubblicazione

[Napoli : copia, 1710-1740]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 114v-120v)

Filigrana

Non rilevata

Note

La cantata apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, Per un vago desire
%C-1@c q''8C'8B''Dq'8B6AG''4CC/8C'A''C6DbE'4A''8C6CD/
2.1: (aria, fa♯ minore, c)
Tirsi ti pentirai
3.1: (recitativo, c)
S'avvide Tirsi allor
4.1: Andante moderato(aria, mi minore, 12/8)
Mi fa morir
5.1: (recitativo, c)
Disse e così poi
6.1: Andante moderato(aria, sol minore, c)
Un sospiro, oh Dio

Trascrizione del testo poetico

Per un vago desire
Tirsi a Clori insegnò musica un dì
E s’udiva tra lor parlar così
Questo è un do questo è un re
Questo un mi questo è un fa
Questo è un sol questo è un la
Quando ascender si dè allor
Questo la si muta in re
Quando al basso si va
Allora questo re si muta in la
Sulla prima lezzione
Tirsi a Clori insegnò la mutazione
Allor dissi io ridendo
Insegni o folle Tirsi in tali accenti
A Clori tua ch’è donna i cangiamenti.

Tirsi ti pentirai
Ma forse non potrai
Poi rimediarci più
Se un giorno Clori a te
Già mancherà di fè
Dirà che amor la sforza
E l’insegnasti tu.

S’avvidde Tirsi allor del proprio errore
Mutò favella e disse in tal tenore
Senti mia Clori senti
I pregi della voce questi sono
Che sia soda e non esca mai di tono
Com’è pregio d’un core
L’esser costante e non cangiare amore
Indi per iscoprir l’alte sue pene
Così cantava all’adorato bene.

Mi fa morir quel guardo tuo gentil
Dov’io m’accendo ognor di qua di là
Tento fuggir l’ardor per non morire
Ma se quel occhio o Dio
Si volge al guardo mio la sol mi rendo.

Disse e così poi egli seguì
Questa nota che è qui
Si tiene una battuta
Il lor nome Clori se vuoi
Saper si chiaman crome
Questi segni che miri
Sono tutti sospiri.

Un sospiro o Dio perché
Clori mia sperar non può
Il mio amor e la mia fè.
Qui Tirsi innamorato
Fissò le luci al sen di Clori bella
E perdè la favella
Oppresso dal dolor mesto si giacque
Pria sospirò poi tacque.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 34.5.4 (= Cantate 255).20

Scheda a cura di Antonio Caroccia
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