Scheda n. 9066

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1711-1730

Titolo

N. 19 Cantata à voce sola Del Sig. Gio: Heinichen [Sedea Fileno un giorno]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Heinichen, Johann David (1683-1729)

Fa parte di

cantate da camera (n. 9024/19)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1711-1730]

Descrizione fisica

P. 283-294 [olim 260-271]

Filigrana

Non rilevata

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Lorber 1991: n. 155, pp. 277-282

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Sedea Fileno un giorno
2.1: Largo(aria, sol minore, c)
Trova il cor tra quelle piante
3.1: (recitativo, c)
E se ben par che fugga
4.1: (aria, do maggiore, c/)
Bacia il seno al gelsomino
5.1: (recitativo, c)
Così di doglia pieno
6.1: Allegro assai(aria, si♭ maggiore, c)
Belle labra cui la rosa

Trascrizione del testo poetico

Sedea Fileno un giorno
Tra il verde prato e il semplicetto rio
Quando innamora ogn’animal l’aprile
E del bosco vicino
Vede tra i rami l’usignolo e il mero
Seguir col volo ed invitar col canto
La diletta compagna al dolce oggetto
Risvegliar si sentì quel che nel core
Nutria senso d’amore
Ed emulando i semplicità affetti
Questi al fin sussurrò teneri detti.

Trova il cor tra quelle piante
Un’idea di vero amante
Spera amor la sua mercè.
Quell’amar per simpatia
Senza invidia e gelosia
Fa ch’intinto sia la fé.

E se ben par che fugga
Da quel seguace innamorato spirto
L’amica femminella
Qual’or volando va dal faggio al mirto
Non è che sia dal caro ben ritrosa
Ma perché più vogliosa
S’accenda in lui di vero amor la brama
Da lui si scosta ed ei la segue e chiama.
Oh se a sì dolce scuola Idalba ancora
Imparasse ad amar quel che l’adora
Ahi con qual fede ahi con qual cuor vorrei
Seguir la ritrosetta
E purch’ella prometta
Un premio ancor che tardo all’amor mio
Tempo non curo e non mi cal distanza
Già contento sarei
Purché la fede mia fosse gradita
Per un bacio d’Idalba uscir di vita.

Baccia il seno al gelsomino
L’ape amante succhia il fior.
Ma non muore e il suo destino
Più felice è del mio amor.

Così di doglia pieno
Sospirava FIlen ma nuovi affetti
Giunsero al cor e non so qual contento
Lusingava in tal guisa al suo tormento.

Belle labra cui la rosa
Cede il vanto e il pregio ancor
Un sospir che concediate
Un sol bacio che a me diate
Può far viver questo cor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-Dl - Dresden - Sächsische Landesbibliothek - Staats-, und Universitätsbibliothek
collocazione Mus. 2398-J-2.19

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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