Scheda n. 7550

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1680-1690

Titolo

S:re Giovannino dal Violone

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Lulier, Giovanni Lorenzo (c1662-1700)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1680-1690]

Descrizione fisica

P. 181-196

Filigrana

Quadrupede inscritto in un cerchio (Rilevata alle P. 183-190 )

Note

Copista B. L’appellativo è ricavato da altra fonte. Nel manoscritto le sezioni 3.2, 5.2 e 8.2 sono indicate come .

Titolo uniforme

Ove per gl'antri infausti. Cantata, Orfeo

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Brumana 2005: p. 179
Brumana 2007: p. 77
Pelliccia 2012: p. 133 n. 15

Bibliografia

Sciommeri 2022: pp. 87-110
Brumana 2007: p. 15, 57-60, 62-64, 73, 77, 80, 95-96, 101-118
Brumana 2005: p. 161-163, 166-168, 176, 179, 195-196, 200-208
Brumana-Iovino 2009: p. V, IX-X, XIV-XVI, XIX, 15-24

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
[O]ve per gl'antri infausti
2.1: (aria cavata, si minore, 3/2)
Hebber tregua i tormenti, e così disse:
3.1: (aria strofica, si minore, c)
«Ombre care ignote al giorno
3.2: (aria strofica, si minore, c)
Caro a voi dannate pene
4.1: (recitativo, c)
Colà dove ridente
5.1: Aria(aria strofica, si minore, c)
Col pianto mi vanto
5.2: (aria, si minore, c)
Languire morire
6.1: (recitativo, c)
Non è nel crudo Averno
7.1: (aria cavata, la maggiore, 3/4)
Quant'è più chiuso Amor tanto più noce
8.1: (aria strofica, mi maggiore, 3/4)
In amor doglia penosa
8.2: (aria strofica, mi maggiore, 3/4)
Se mi crescono i tormenti
9.1: (recitativo, c)
Così disse e dal fondo
10.1: (aria cavata, si minore, 3/4)
S'ha pietà d'un amante anche l'inferno?

Trascrizione del testo poetico

[O]ve per gl’antri infausti
Del Tanaro infelice
Si varca a la maggion dell’ombre accese
Della morta Euridice
Le Furie a intenerir Orfeo discese
Su l’ebano sonoro
Che dié mente alle fiere,
E vita a i scogli tese le fila d’oro
Sciolse l’ali così de’ suoi cordogli.
Tacque Cocito, e mentre con musica
Pietà l’alma trafisse
Hebber tregua i tormenti, e così disse:

«Ombre care ignote al giorno
Vago horror di stigio re
Pria che io faccia al ciel ritorno
Il mio ben rendete a me.

Caro a voi dannate pene
Per conforto al mio languir
O rendetemi il mio bene
O lasciatemi morir.

Colà dove ridente
L’alba i prati indorò con le sue brine
La mia donna innocente
Innestava coi fior l’oro del crine
Angue ascoso l’uccise
E la mia speme e ‘l viver mio divise.

Col pianto mi vanto
Placar l’empietà.
Non sento il tormento
Ch’amore l’ardore
D’inferno più eterno
Nel core mi dà.
Col pianto mi vanto
Placar l’empietà.

Languire morire
Sol bramo in amor.
La gioia m’è noia
Tormento il contento
E morte la sorte
Mi niega il dolor.
Languire morire
Sol bramo in amor.

Non è nel crudo Averno
Fiamma ch’eguagli un amoroso foco
E so ben che l’inferno ancor è poco
Non di Sisifo più la pena atroce.

Quant’è più chiuso Amor tanto più noce.

In amor doglia penosa
E languir senza pietà
Vive un’alma amorosa
In eterna crudeltà.

Se mi crescono i tormenti
Corro lieto a lagrimar
Pur ch’un giorno amor consenta
Ch’io non ceda a lo sperar».

Così disse e dal fondo
Dell’Erebo dolente
Sorse l’anima bella e uscì nel mondo
Donna tu che d’amor sprezzi l’impero
Perché gioisci al mio dolore eterno.

S’ha pietà d’un amante anche l’inferno?

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PEu - Perugia - Università degli Studi di Perugia, Biblioteca "Fondo Antico Sala del Dottorato"
collocazione Cass. 23.16

Scheda a cura di Alice Sbrilli
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