Scheda n. 7549

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1680-1690

Titolo

Della notte cadente / [Carlo Ambrogio Lonati]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Lonati Carlo Ambrogio (1645c-1715c)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1680-1690]

Descrizione fisica

P. 166-180

Filigrana

Quadrupede inscritto in un cerchio (Rilevata alle P. 167-170 e 175-178 )

Note

Copista B. Per l’attribuzione a C.A. Lonati cfr. Bibliografia. All’inizio della cantata è annotata una piccola lettera guida per la vergatura del capolettera. Nel manoscritto le sezioni 2.2 e 4.2 sono indicate come .Il testo si ispira alla storia di Olimpia e Bireno, tratta dal Canto X dell’Orlando Furioso di Ariosto.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Brumana 2005: P. 179
Brumana 2007: P. 77

Bibliografia

Brumana 2007: P. 59-60, 62, 63, 65, 73, 77, 80, 94-95
Brumana 2005: P. 163-164, 166-168, 176, 179, 194-195

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Della notte cadente
2.1: Aria(aria strofica, la minore, c)
Del vento fra l'ali
2.2: (aria strofica, la minore, c)
La stella d'amore
3.1: (recitativo, c)
Forse Fortuna e Amor guidan le prore
4.1: (aria strofica, mi minore, c)
Flutti voi flutti sonanti
4.2: (aria strofica, mi minore, c)
Scogli voi, che immoti state
5.1: (recitativo, c)
Ah del suo fiero orgoglio
6.1: (aria, mi minore, 3/2)
È men crudele il mar

Trascrizione del testo poetico

Della notte cadente
Minacciata dal dì l’ombra cedea
E già satio d’ambrosia Etto impatiente
Calpestando le nubi il fren mordea
Quando al grato concento
De’ canori volanti aperse Olimpia
Il sonnacchioso lume,
E tra l’amate piume
Stringer credea Bireno, e strinse il vento.
Con le braccia tremanti
Scorre il vedovo letto
Di quel nome adorato
Fa rimbombar quel solitario tetto.
Al fin presaga del suo crudo fato
Volge al lido vicin il passo errante
Ch’ingannar non si puote un cor amante.
Vidde ahi vista crudele
Sovra un abete alato
Gonfie d’aura le vele
Solcar humide vie Bireno ingrato
Con la destra innocente
Della chioma oltraggiò l’aureo tesoro
Dall’empio mar su i fluttuanti argenti
Cadde quel biondo crine in pioggia d’oro,
E con lagrime amare
Poscia arricchì di nuove perle il mare.
Alfin con questi dolorosi accenti
Empì l’aria di strida e di lamenti
«Bireno ove ne vai?
Al fallace sereno
Sorgon horrendi ogn’hor nembi e procelle
Della calma d’un seno
Sembrano le tempeste a te più belle,
Torna all’amate sponde,
Che in navigar quell’onde
Il sepolcro a te stesso
Aprendo stai Bireno
Bireno ove ne vai?
Tu siegui le procelle. Ah ben dimostri
Esser il mar fido ricetto a i mostri».

Del vento fra l’ali
a morte s’asconde
La son trombe a i mortali
Del pelago l’onde.

La stella d’amore,
Che tremula splende
Se naufraga un core
Qual face s’accende.

Forse Fortuna e Amor guidan le prore
È cieca la Fortuna, è cieco Amore.

Flutti voi flutti sonanti
Che ne’ scogli vi fermate
Se v’accrescon i miei pianti
Deh quell’empio sommergete.

Scogli voi, che immoti state
D’ogni turbine al furore
Se v’indura il suo vigore,
Deh quell’empio lacerate.

Ah del suo fiero orgoglio

È men crudele il mar,
Men duro un scoglio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PEu - Perugia - Università degli Studi di Perugia, Biblioteca "Fondo Antico Sala del Dottorato"
collocazione Cass. 23.15

Scheda a cura di Alice Sbrilli
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