Scheda n. 7544

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1680-1690

Titolo

[D’]un’erma spiaggia in solitario lido / [Antimo Liberati]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Liberati, Antimo (1617-1692)
autore del testo per musica: Spada Veralli, Bernardino (1638-1716; Marchese di Castel Viscardo)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1680-1690]

Descrizione fisica

P. 103-110 [olim c. 55-58v]

Filigrana

Quadrupede inscritto in un cerchio (Rilevata alle c. 55-56 e 58 )

Note

Copista A. Per l’attribuzione ad A. Liberati e a B. Spada Veralli cfr. Bibliografia. I movimenti 5.1 e 7.1 sono variazioni strofiche.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Brumana 2005: P. 178
Brumana 2007: P. 76

Bibliografia

Brumana 2007: P. 59-60, 62, 65, 73, 76, 79, 91
Brumana 2005: P. 163, 166, 169, 176, 178, 181, 191

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
[D']un'erma spiaggia in solitario lido
2.1: (aria, re minore, c)
Se 'n già per l'onde errante
3.1: (recitativo, c)
Ver me rivolta la volubil dea
4.1: (refrain, do maggiore, 3)
«Mal'accorto chi non sa
5.1: (aria, do maggiore, 3)
Se di Marte il campo fiero
6.1: (refrain, do maggiore, 3)
Mal'accorto chi non sa
7.1: (aria, do maggiore, 3)
Se d'amor per l'ampio mare
8.1: (refrain, do maggiore, 3)
Mal'accorto chi non sa
9.1: (recitativo-arioso, do maggiore, c)
All'amante dubbioso

Trascrizione del testo poetico

[D]’un’erma spiaggia in solitario lido
Fuggendo dalle genti
D’amor non già, che di venirmi al fianco
Non mai si vide stanco,
Tra dolente e pensoso un dì m’assido.
E mentre al mar, a i venti
Rassegno le mie pene ad una ad una
M’apparve la Fortuna.

Se ‘n gìa per l’onde errante
La bella navigante.
Una pianta sospesa e l’altra immota
Tenea sovra la ruota
Che del bel peso insuperbita e carca
Servìa l’audace barca.
Le treccie all’aura sparte
Eran l’aurata vela, e l’auree sarte.

Ver me rivolta la volubil dea
Frenò al suo legno il corso, e sciolta intanto
Sonora voce al canto
In dolce melodia così dicea.

«Mal’accorto chi non sa
Che quant’è sotto la luna
Tutto è Fortuna.
Se di Marte il campo fiero
Di seguir t’infiamma il petto,
E di gloria hai sol diletto
Del trionfo al carro altiero
La mia ruota in giro va.
Mal’accorto chi non sa
Che quant’è sotto la luna
Tutto è Fortuna.

Se d’amor per l’ampio mare
Di varcar prende consiglio,
E portar sereno il ciglio
Ben spalmato al navigare,
La mia ruota il legno dà.
Mal’accorto chi non sa
Che quant’è sotto la luna
Tutto è Fortuna».

All’amante dubbioso
su l’arenoso lido
co ‘l suo cantar infido
all’hor disse così
la Fortuna, e poi sparì.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PEu - Perugia - Università degli Studi di Perugia, Biblioteca "Fondo Antico Sala del Dottorato"
collocazione Cass. 23.10

Scheda a cura di Alice Sbrilli
Ultima modifica: