Scheda n. 6673

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1674

Titolo

Per la recuperata salute dell’Eccellentiss. Sig. Duca D. Ludovico Sforza, alludendosi alle preghiere fatte per lo suo riavimento dall’Eccellentissima Signora Duchessa Donna Artemisia Colonna Sforza, sua consorte

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Monesio, Pietro Giovanni (?-1684)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, p. 167-169

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo fa riferimento a Ludovico Sforza (1618-1685), XIV conte di Santa Fiora, in provincia di Grosseto, sposato in prime nozze a Artemisia Colonna (?-1676), figlia di Giulio Cesare Colonna e Isabella Farnese.

Titolo uniforme

Lungi da ogni pupilla. Forma non specificata, Per la recuperata salute dell’Eccellentiss. Sig. Duca D. Ludovico Sforza, alludendosi alle preghiere fatte per lo suo riavimento dall’Eccellentissima Signora Duchessa Donna Artemisia Colonna Sforza, sua consorte

Trascrizione del testo poetico

Lungi da ogni pupilla
Sen fugga il pianto e de l’afflitto ciglio,
Che già d’egro Signor pianse il periglio,
Ospite sia serenità tranquilla.
Vano timor mendace,
Che dell’orrida arciera
Ci stampò nell’idea l’imago fiera,
Non tiranneggi più la nostra pace;
Che in funesta battaglia
Contro un’alma sì degna
Non ha strale, che vaglia
Dell’implacabil Dea l’empia faretra;
Ne sa piover dall’Etra
Ai mortiferi sì riverito
Avvelenati influssi astro crinito.

Sovra l’ali del tormento
Non sia mai chi più rimiri
Passeggiar le vie del vento
Nostri flebili sospiri.

Di diletto or l’alma carca
Lieta gioia in noi produce,
Mentre ad onta de la Parca
Redivivo è il nostro duce;
Fuggono al viver suo le pene a volo,
E nel mar del’oblio naufraga il duolo.

Taccia l’Asia e non vanti
D’Artemisia l’affetto portentoso,
Che dell’estinto sposo
Le ceneri fumanti,
Sitibonda d’amore,
Espose al labro e inebrionne il core;
Poiché nova Artemisia
Su la sponda latina,
Incessanti preghiere
Inviando a le sfere,
A l’estrema rovina,
Con sviscerato amor più non udito,
Sottrasse illeso il languido marito.

De la supplice consorte
A le lagrime pietose,
Obliò l’ire sdegnose
Esorabile la morte.

E ascoltado il cielo amico
Il fervor d’ogni suo voto,
Involò di mano a Cloto
L’adorato Lodovico.

Serbare a cari sposi amor cotanto
È sol dell’Artemisie unico vanto;
Chiuso intanto per lui resti ogni avello,
E gli dia gli anni suoi l’arabo augello.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione ARCA VII 24.81

Scheda a cura di Nadia Amendola
Ultima modifica: