Scheda n. 6618

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1674

Titolo

Costanza in lontananza

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Monesio, Pietro Giovanni (?-1684)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte prima, p. 92-93

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo poetico è messo in musica in cantate adespote e attribuite a Luigi Rossi (vedi Bibliografia).

Titolo uniforme

Su la base di costanza. Forma non specificata

Bibliografia

Caluori 1981: p. 179, n. 389

Trascrizione del testo poetico

Su la base di costanza
La mia fede inalza il soglio,
E trionfa del’orgoglio
Di perversa lontananza;
Non teme del’oblio l’onte più fiere;
Una fè, ch’è costante unqua non pere.

Dunque in van tu pensi, o vaga,
Benché lungi io porti il piede,
Che vacilli la mia fede,
Che si saldi la mia piaga;
Di tua beltà, ch’ogni beltade avanza,
Troppo cara è al mio cor la rimembranza.

Può tenor d’astro severo,
Amator del mio periglio,
Separarti dal mio ciglio,
Mà non già dal mio pensiero;
Che il tuo bel volto ove soggiorna amore
Può star lungi dagli occhi e non dal core.

Il mio cor, che a te donai,
Non sia mai, ch’io ti ritolga,
Benché gli occhi a te non volga,
E non miri i tuoi bei rai,
Non sia mai, ch’altro dardo il sen mi tocchi
E’ il pensier quello, ch’ama, e non son gli occhi.

Di vagar per ampie arene
A uno schiavo ancora lice;
Ma strascina l’infelice
Sempre al piè le sue catene;
Pure il mio cor tuo schiavo innamorato
Erra lungi da te, ma incatenato.

Ha la perla il bel natale
Dove ha l’alba i regni suoi,
E perché lungi è da noi
Più si stima e tanto vale;
Pare il ricco tesor di tua bellezza
Più lontano è da me, più l’alma apprezza.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rv - Roma - Biblioteca Vallicelliana
collocazione ARCA VII 24.35

Scheda a cura di Nadia Amendola
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