Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Manoscritto adespoto. - Sul margine superiore macchia di umidità rende illeggibile parte dell’intestazione. - Concordanza con cantata in I-Nc, 22.1.4, intestata a "Cantata del S.r Tarantino" e attribuita a Francesco Nicola Fago in SBN. - Altra concordanza cantata intestata a Francesco Mancini e conservata a D-MÜs, Sant Hs 3977 (Nr. 19), v. Bibliografia.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
A, Caro mi fu l'udire
A, È vano anche il pensare
Trascrizione del testo poetico
È ben chiara raggione
Ho che così m’offendi
Ridirti la mia pena il mio martoro.
Lo dissi, o mio tesoro,
Sordo sarò d’altra sirena al canto,
Ti parlò con mio vanto
Il mio genio fedele e il cor che t’ama.
Non fu perciò mia brama
Ascoltar più di quella i dolci accenti,
Caso fu che tormenti
Accrebbe al mio dolore
Se furno quelle voci,
O cara, sol per me d’affanni atroci.
In quei labri i labri tuoi
Caro nume io v’adorai
Hor crudele come puoi
Dir ch’infido io t’oltraggiai.
Caro mi fu l’udire
Armonie sì gradite a te sì care
Tutto il mio bel diletto
Era nel tuo piacer, idolo mio,
Ridir però degg’io
Ingiusto il tuo sospetto
Né creder che leggiero
A mutarsi soggiaccia il mio pensiero.
È vano anche il pensare
Che possa questo sen
Godere il bel seren da te disciolto.
Saprò con pene amare
Solo per te morir
Se già mi fai languir col tuo bel volto.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Noseda
collocazione A.50.3
Scheda a cura di Claudia Ferrari