Scheda n. 4577

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1715

Titolo

Begl’occhi adorati / Cantata à Canto Solo Con Violini / Del Sig.r Antonio Caldara

Presentazione

Parte o set di parti

Legami a persone

compositore: Caldara, Antonio (1671c-1736)

Redazione

Roma : copia, 1715

Descrizione fisica

2 parti ; 265x205 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

2 parts - S e bc, vl 1 e 2. Parti staccate mancanti: 8, 5f.

Titolo uniforme

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: allegro(sinfonia, re minore, c)
1.2: adagio(sinfonia, 3/2)
1.3: allegro(sinfonia, re minore, 3/8)
2.1: (recitativo, c)
Begl’occhi adorati tant’è la fiamma
3.1: alla francese, larghetta(aria, sol minore, 3/4)
L’ardor, che in petto sento
4.1: (recitativo, c)
Sin ch’io racchiedo in seno
5.1: allegro(aria, re minore, c)
Vedrai se un cor più fido

Trascrizione del testo poetico

Begl’occhi adorati tant’è la fiamma
Oh Dio, che il sen m’accende,
Che tutto il pianto mio
Non basta ad ammorzar l’immenso ardore,
Ma se il puro splendore
De vostri sguardi a me seren si gira
Questo core sospira
Non potendo capir tutto il diletto,
E nel piacer si lagna,
Che per l’ardor sia troppo angusto il petto.

L’ardor, che in petto sento
Mi stringe il core
Ma pur mi piace.
M’è caro il mio tormento
E in mezzo del dolor
Io peno in pace.

Sin ch’io racchiedo in seno
Quest’alma innamorata
Per te Filli adorata
Serberò acceso ardore,
Di quegl’occhi amorosi
Troppo son dolci al cor l’incendi e i strali
E le piaghe mortali
Onde il sen mi trapassi
Anima mia con dolce tirannia
Mi tolgono la vita oh venga un giorno
Che per te Lacerato il cor s’en mora
E allor dirai tu stella
Quanto m’ama Filen, quanto m’adora.

Vedrai se un cor più fido
Ferir già mai mio ben
Le tue pupille.
Vedrai che più costante
D’ogn’altro seno amante
S’accende questo petto
A tue faville.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant. Hs. 765

Scheda a cura di Magdalena Boschung
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