Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Per una discussione dettagliata sulla data di composizione e di esecuzione cfr. Bibliografia. Per l’ipotetica attribuzione del testo a Mazziotti cfr. Kirkendale-Ruspoli 2.
Titolo uniforme
Organico
Bibliografia
Descrizione analitica
Arresta il passo, ninfa
Fermati, non fuggir!
Questa sol volta almeno
Fiamma bella ch’in ciel s’invia
Credi a’ miei detti, Aminta
Forse ch’un giorno il Dio d’amore
Invano, invan presumi
Fu scherzo, fu gioco
Libero piè fugga dal laccio
Se vago rio
D’un incognito foco
Sento ch’il Dio bambin
Felicissimo punto
Al dispetto di sorte crudele
Vincesti, Aminta
È un foco quel d’amore
Gloria bella d’Aminta
Chi ben ama non paventi
E pur, Filli vezzosa
Non si può dar un cor
O felice in amor dolce tormento
Per abbattere il rigore
Trascrizione del testo poetico
Arresta il passo, ninfa,
Di questo cor empia tiranna!
E se il duol che m’affanna,
Come figlio d’amor, udir non vuoi,
Soffri almen spietata,
Come effetto crudel de’scherni tuoi.
Aminta:
Fermati, non fuggir!
Lasciami pria morir,
Fillide ingrata!
Scorgi la mia costanza,
Poi, se rigor t’avanza,
Sciacciami del tuo sen,
Bella ostinata!
Questa sol volta almeno
Odi le mie querele,
Ascolta i miei sospiri.
Fillide:
Tu mi chiami crudele,
Senz’avvederti ancora,
Quanto lontan dal giusto erri e deliri.
Aminta:
Dunque l’amarti e l’adorarti, o cara,
Stimi vana follia?
Fillide:
Seguir, chi fugge, e chi l’amor disprezza,
È proprio d’alma a delirare avvezza.
Fiamma bella ch’in ciel s’invia,
S’Euro infido gli nega effetto,
Cangia a forza l’usato sentier.
Così ancora, se cruda, se ria
Te discaccio da questo mio petto,
Volgi altrove l’amante pensier.
Credi a’ miei detti, Aminta,
E lascia in pace me,
Che per genio e per costume antico
Ho troppo in odio l’amorosa face.
Aminta:
Come in odio aver puoi
Quella face d’amor
Ch’ogni momento si vede
Sfavillar ne’ lumi tuoi?
Aminta:
Forse ch’un giorno il Dio d’amore
Potrebbe al core
Piaga formarti
Che sia mortal.
Che bel mirarti
Allor languire,
Penar, soffrire
L’aspre punture d’acuto stral..
Fillide:
Invano, invan presumi
Scuotere il mio pensier,
Che di Cupido l’arco schernisco
E dello stral mi rido.
Aminta:
Deh, per pietà, rispondi,
Ninfa bella e crudele,
Se ti specchiasti mai nel rio,
Nel fonte, come amor
Non ascondi di tua rara beltade?
E se ami e se conosci
Del volto gentil tutti i tesori,
Perché non brami ancor ch’altri l’adori.
Fillide:
Perché non vuò, pastor, ch’il fonte ò il rio
S’accreschin coll’umor del pianto mio.
Fu scherzo, fu gioco
Chi disse ch’il foco
Del nume di Gnido
Contento ci dà.
Quel cor che non pena
Nell’aspra catena
Così per diletto
Cantando sen va.
Libero piè fugga dal laccio,
E i giorno coll’aura
Sol di libertà respiri.
Aminta:
Quei che sembran matiri,
Che han faccia di tormenti
D’ogni amator nel seno,
Fillide, in un baleno
Si cangiano in piaceri ed in contenti;
Dunque se ciò t’affrena,
Vieni pur lieta, o cara,
Incontro alla dolcissima catena.
Fillide:
Taci, pastor, non più.
Aminta:
Come dunque, crudele,
Più ascoltarmi non vuoi?
Fillide:
No, perché han troppa forza i detti tuoi.
Aminta:
Ah, barbara, inumana,
Se la giusta cagione
Dell’amor mio nel mio parlar comprendi,
Come ti pari ardor tu non t’accendi?
Se vago rio
Fra sassi frange
L’amato argento,
Al fin contento
Posa nel mare.
Ma il ciglio mio,
Che sempre piange,
Non trova seno
Che ponga freno
Al suo penare.
Fillide:
D’un incognito foco
Già sento a poco a poco
Le vampe entro del seno.
Mia cara pace, addio!
Vuol di me vendicarsi il cieco Dio.
Sento ch’il Dio bambin
Col strale suo divin
M’ha il sen piagato.
E già questo mio cor
Più non ricusa amor
Ed è cangiato.
Aminta:
Felicissimo punto,
In cui nel seno la mia fiamma ti giunge,
E l’amoroso dardo il cor ti punge.
Al dispetto di sorte crudele,
Costante e fedele
Quest’alma sarà.
Che se Filli ad amarmi si muove,
Son chiare le prove
Di sua fedeltà.
Fillide:
Vincesti, Aminta,
E l’amoroso affanno,
Per dichiararmi affatto
Di libertade priva,
Giá dell’anima mia si fa tiranno;
Ma con tanta dolcezza usa i rigori,
Ch’il rio martoro,
Quando mi giunge in seno,
Veste mano di gioia e di tesoro.
È un foco quel d’amore
Che penetra nel core,
Ma come, non si sa.
S’accende a poco a poco,
Ma poi non trova loco
E consumar ti fa.
Aminta:
Gloria bella d’Aminta
Mirar Fillide vaga,
Dalla sua fedeltà costretta e vinta.
Fillide:
Si, si, vincesti
Aminta/Fillide:
Ed io fedel amante...
Ed io sempre costante...
Fillide:
Dirò che non fu mai vana speranza,
Vincer l’altrui rigor con la costanza.
Aminta:
Ridir potrò, che spargere querele
Non fu mai vista indarno alma fedele.
Chi ben ama non paventi
Di trovar un di pietà.
Che ministre dei contenti
Son costanze e fedeltà.
E pur, Filli vezzosa,
Risolvi di dar pace alle mie pene?
Fillide:
La mia gioia, il mio bene
Altri non è che Aminta,
E questo core arde
Tutto per te d’immenso amore.
Non si può dar un cor
Si felice in amor
Come il cor mio.
Quel bene che mi piace
Sente la stessa face,
Ed hanno le nostre alme
Un sol desio.
Aminta/Fillide:
O felice in amor dolce tormento,
Se partorisce al fin gioie e contento!
Per abbattere il rigore
D’un crudel spietato core
Forte scudo è la costanza
E il valor di fedeltà.
Volga al cielo i sguardi, ai numi
Chi al fulgor di quei bei lumi
Vuol nutrire la speranza
Di trovar un di pietà.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Sant.Hs.1912
Scheda a cura di Berthold Over