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Bibliografia
Descrizione analitica
Alme voi che da un Dio
Se da poveri pastori
S'io non spargo in su gl'altari
Godi in tanto e da le stelle
Trascrizione del testo poetico
Alme voi che da un Dio
Sete fatte pel Cielo e pur dal Cielo,
Con trascurato oblio,
Lungi da suoi sentier torcete i passi,
Se al calle eterno onde a la gloria vassi
L’orme smarrite richiamar volete
Scegliete su scegliete
Vostro tutor tra le celesti squadre
Lo sposo di Maria, di Cristo il Padre.
Giuseppe io so che in Cielo
Per man d’alati cori
Con immortal ghirlande
Non di caduchi fiori ma di gemme
Ammirante l’Eritreo
Di lassù t’imperla il crine
Pur se a ciglia divine
Non disdice abbassar guardi nel mondo
Su con volto giocondo
Eco di nostre laudi
All’armonie de’ tuoi trionfi applaudi.
Se da poveri pastori
A cui d’or sorte fu parca
Gran Monarca prender suol serto di fiori,
Non sdegnar de’ nostri cori le preghiere
Che sincere
D’un incendio del Ciel fervide sono
Quando è ricco il desio non vile è il dono.
S’io non spargo in su gl’altari
Sacri odor d’arabi incensi,
Fumi immensi di sospir non sien discari.
Di contriti pianti amari
Vero nume ha in costume
Gradir più ch’incensato umido il trono
Quando è ricco il desio non vile è il dono.
Godi intanto e da le stelle
Spargi a noi chiari splendori
Che a sgombrar notte d’errori
Sian di più Santi di prime fiammelle,
E sia nel nostro Ciel ch’oggi s’inalba
La tua Vergine Sposa il sole e l’alba.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione II.132.5
Scheda a cura di Giulia Giovani