Scheda n. 13101

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo manoscritto

Data

Data incerta, 1688-1692

Titolo

Lidia tu sai ch'io t'amo

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

autore del testo per musica: Paglia Francesco Maria

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 62-63v

Filigrana

Non rilevata

Note

Testo messo in musica da Giovanni Bononcini (cfr. B-Bc , 15325/14 e I-Rli, Musica M 15/1@20)

Titolo uniforme

Lidia tu sai ch'io t'amo. Forma non specificata

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

Lidia tu sai ch’io t’amo
E mille volte e mille
Dell’amor mio prove bastanti avesti;
Perché dunque molesti
La mia fede sincera
Con rimproveri ingiusti?
Perché mi credi o mi motteggi almeno
D’ingrato, ed infedel come Bireno.

Quando credi
Che alla vista d’altro oggetto
L’alma mia si venga meno
la bellezza del tuo seno
troppo offendi
e non l’intendi.
2.a
Quando temi
Che per forza d’altro lume
Ti tradisca questo core
Troppo offendi lo splendore
De tuoi rai,
Ma non lo sai.

Fu destino l’amarti,
Ma destino però che non è cieco;
Io conosco il tuo merto
Né mai d’esser Biren sarei capace,
E se un giorno la face
Del bendato fanciullo
Infido e ingrato mi volesse mai
Io Bireno sarei,
Ma tu Olimpia non sei né men sarai:
Né da lei differisci
Per ragion del sembiante;
Che questo è un pregio errante,
È un caduco trofeo simile al fiore;
Non hai d’Olimpia il core;
E per la fede almeno
Ci vuole Olimpia a rinfacciar Bireno.

Chi dà nome di crudele
Deve pria col core amante
Meritar la sua mercè:
Chi mi taccia d’infedele
Deve pria col cor costante
Darmi prova di sua fé.
2.a
Se l’amore è un bel desio
Al desio d’un altro amore
Nell’amar risponderà:
L’olocausto del cor mio
Su l’altar d’un altro core
Non si svena a infedeltà.

La costanza io ricerco
Anzi giungo talora
A bramar che Cupido
Mi trasformi in Bireno
Sol per brevi momenti
Per osservare un dì col ciglio infido
Se tu Olimpia diventi:
Dimmi quale è lo scoglio
Dove t’abbandonai per altro oggetto?
Pensa o bella e vedrai
Che né il tuo né il mio seno
Segue Olimpia o Bireno
Ma per nativo orgoglio
O per genio incostante
Sei talor di te stessa e flutto e scoglio.

S’io credessi vederti costante
Forse un dì provarei di lasciarti
Per capriccio d’un nobile amor:
Che l’amarti, servirti, adorati
Non è prova dell’anima amante
Senza esporti a geloso rigor.
2.a
Ma poi sento che in petto contrasta
Col capriccio un dubbioso martoro,
S’io lasciassi il mio genio fedel:
Che s’io t’amo, ti servo e t’adoro,
Se mi struggo, mi moro, e non basta,
Che faresti, s’io fossi infedel.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

V-CVbav - Città del Vaticano - Biblioteca Apostolica Vaticana
fondo Vat. lat.
collocazione 10204.49

Scheda a cura di Teresa Gialdroni
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