Scheda n. 12135

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Partitevi da me memorie amare

Presentazione

Partitura

Fa parte di

Arie e cantate (n. 12077/5)

Descrizione fisica

C. 41-54r

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: Largo(arioso, 3/2)
Partitevi da me memorie amare
2.1: (aria, mi minore, C)
Ombre non più dolori
3.1: (recitativo-arioso, c)
Ma s’io parlo col genio a me funesto
4.1: (aria, sol maggiore, C)
Ma lecito mi sia stella nemica
5.1: (aria, mi minore, 3/2)
Parche fiere a che spezzate
6.1: (aria, mi minore, C)
Voi bramate ch’in tormenti
7.1: (6/8)
Ma o Dire aeree
8.1: (recitativo-arioso, C)
Muse ch’al bel Parnaso
9.1: (aria, mi minore, )
Ma pensiero tu corri a delirare
10.1: (aria, mi minore, 3/2)
Non sai tu folle che sei

Trascrizione del testo poetico

Partitevi da me memorie amare
E voi stelle fatali
Che comminate sempre
L’avvelenate sempre
Portate ad altri i vostri influssi mali
E fate almen ch’io possa respirare
Partitevi da me memorie amare.

Ombre non più dolori
Larve non più rigori
Fantasie volontà sparite
Su sparite ah non tornate
A tormentarmi più.

Ma s’io parlo col genio a me funesto
Come potrò fuggir dal regno mesto!
Ben conviene agl’occhi intanto
Che s’unischino al mio core
E se questi ha gran dolore
Habbian quelli un lungo pianto
Dunque m’è necessario il sospirare.

Partitevi da me memorie amare
Ma lecito mi sia stella nemica
Che congedo mi prenda e così dica.

Parche fiere a che spezzate
Al mio ben le fila d’oro
Deh perché non raggroppate
Doppio stame al mio thesoro
Ma voi non rispondete
Sì sì s’ so che volete.

Voi bramate ch’in tormenti
Viv’ognor quest’alma mia
Voi gustate con più stenti
Di ridurla in fenesia.

Ma o Dire aeree
Crudeli Furie
Spietat’Eumeridi
Figlie dell’Erebo
Tra vostri cardini
Non ricevete
Oh Dio l’estinto
Mio thesor.
L’idolo mio
Mentre tra voi quel spirto
Non dee stare.

Partitevi da me memorie amare.

Muse ch’al bel Parnaso
Linfe ch’ad Ippocrene
Assistete più amiche
Se mai portasse il caso
Che là tra piagge apriche
Ove gode il mio bene
Per qualche tempo state
Mie pene per pietà deh raccontiate
Ditele pure così
Ch’io per lei peno sempre
E notte e dì forse chi sa
Ah s’inpietosirà.

Ma pensiero tu corri a delirare
Partitevi da me memorie amare.

Non sai tu folle che sei
Che si gode tra gl’elisi
E quel ben che non ravvisi
È riposto già fra Dei.

Dunque chetati al fin pensiero vago
E godi sol di riverir sua imago.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 60 [olim 60.1.51].5

Scheda a cura di Attilio Foresta Martin
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